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I know that most post are in English, but even with a decent level of English I'm not able to write long stories, so I decided to post it in my first language, Italian.
Primo incontro
La stanza era in penombra, illuminata solo da una piantana nell'angolo più lontano. La figura esile di lei proiettava una lunga e sottile ombra sul pavimento. Era da un pò che non si sentiva cosi emozionata. Le cose negli ultimi giorni erano andate bene, e sperava che questa volta, fosse quella giusta. Lui sedeva su di una poltrona davanti a lei, la camicia con il colletto sbottonato a causa del caldo. "Spogliati". La sua voce era bassa e profonda, calma e rassicurante. Lei adorava essere spogliata, ma vista la situazione, sapeva già da prima che questo momento sarebbe arrivato. Per questo aveva optato per un vestito leggero, facile da togliere dopo aver sciolto il nodo dietro la schiena. Lentamente lasciò scivolare il vestito lungo il suo corpo e quando fu a terra, le bastò un passo in avanti per essere libera. Non ci volle che una manciata di secondi prima che dal piccolo seno i capezzoli turgidi eruttassero fuori. Non era ovviamente il freddo la causa di tale reazione. "Tutto". Parlò ancora lui mentre i suo occhi chiari si muovevano lungo le curve del corpo di lei, che dopo un solo momento di esitazione si liberò della striminzita biancheria intima. Rimasero qualche secondo in silenzio, nella semi oscurità a fissarsi. Fino a quando lui non si alzò in piedi. Vedendolo avvicinarsi, lei abbassò lo sguardo istintivamente. Gli stivali di lui accompagnavano pesantemente i suoi passi mentre le girava attorno, come un predatore che studia la sua preda. Lei sapeva di piacergli, lui non lo aveva mai negato, però essere osserva a quel modo, essere studiata, la faceva sentire inerme, come un animale ad una fiera, esposto al pubblico così che possa esserle fatto il giusto prezzo. Non poté far a meno di rabbrividire quando il dito di lui le attraverso le scapole descrivendo un arco. Un tocco leggero, impercettibile quasi. Ma sommato alla sensazione che le dava sentirsi esaminata, non fece altro che aumentare la sua eccitazione. Lui continuò a girarle intorno, sfiorandola, ora sulle spalle, ora sul viso. Tocchi leggeri. Poi lui si fermò davanti a lei, carezzandole prima le spalle, poi scendendo verso il petto ed infine sui seni. Carezze leggere, che si trasformano in tocchi decisi, mentre le dita affondano nei piccoli seni,come per saggiare peso e consistenza. Il respiro di lei si fece più lento. Ma questo esame durò poco, ora lui era dietro di lei, e lo stesso esame tocco al sedere tondo di lei, facendo si che il suo respiro divenisse ancora più lento e pesante. Sperò in cuor suo che l'esame fosse finito. Non che le dispiacesse, ma aveva paura di essere esaminata nella sua calva femminilità . Paura che lui scoprisse quanto fosse già eccitata, solo da questo piccolo esame. Come se le leggesse nel pensiero, lui torno alla poltrona, sedette accavallando la gamba e la fissò in silenzio. "Presentati". Non che non sapesse chi fosse o le sue generalità . Questo lei lo sapeva. Così come sapeva cosa fare. Nella sua mente, questa scena era avvenuta già mille e mille volte. A gesti lenti, rituali, lei si inginocchiò, posizionando il sedere sopra i propri talloni e divaricò leggermente le gambe. Tenendo la schiena dritta e la testa leggermente china in avanti posizionò le mani sulle cosce, con i palmi verso l'alto, tenendole bene aperte. "Eccomi Padrone, la tua schiava é pronta a servirti".
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